THE WEST-EAST PROJECT
An idea, a contact, the birth of a network. West-East: a new project based on a physical, conceptual and creative simultaneity.
Land-art, web-art, public-art, performances, installations: very different works, created by very different people but resulting from the same idea, “free and elusive”, that has become a sort of connector between the East and the West of the world. Every gesture of West-East (project born out of meeting of Bruno Cassaglia and Maurizio Follin) is made of two artistic actions, carried out simultaneously in two different places: it doesn’t matter if those places are on two different parallels, only the fact that one is nearer to the East and the other is nearer to the West will be highlighted. So East and West, never North and South: the actions are simultaneous, put on the same temporal and spatial plane; they will be never over/under because no place/space/artist/human is inferior or superior to the other.
This is a very strong message, really important in a world, the one that we are living in today, in which it seems that every individual, every society, every country aims to demonstrate their superiority above the others. And it doesn’t matter if it is cultural, economical or numeric superiority: to be above something else or someone else is enough. On the contrary, West-East includes everyone and everything in instants of creativity that ideally, and always on an horizontal plane, connect “different places and dimensions” thanks to gestures that, despite being minimal and ephemeral, turn into a paradigm of unity, contact, dialogue.
Or is it not their material inconsistence, their being above every physicality, the minimal duration of each of them, that makes them so important? Temporary and precarious actions, as writing “West” on a flower’s petal, or shooting a blue thread running from Savona to Belluno (west-east), or inaugurating an exhibition on the exact instant when the other artist (in the East) realizes a virtual installation, prove to be able to create a net of interaction which, in an utopian way, could become universal. And we can only hope that it will really turn into this.
Un’idea, un contatto, la nascita di una rete. West-East. Un nuovo progetto basato sulla simultaneità: fisica, concettuale, creativa.
Land-art, web-art, public-art, performance, installazioni, opere diversissime tra loro, nate da personalità diverse ma scaturite da una stessa idea, “libera ed inafferrabile”, che diventa connettore tra l’Est e l’Ovest. Ogni intervento di West-East (progetto nato dall’incontro tra Bruno Cassaglia e Maurizio Follin) è composto da due azioni compiute simultaneamente in due luoghi diversi: e non importa che questi luoghi si trovino su due distinti paralleli, sarà evidenziato solo il loro essere più ad est o più ad ovest rispetto all’altro. Est ed Ovest, quindi, mai Nord e Sud: le azioni sono simultanee, poste sullo stesso piano temporale e spaziale: mai sopra-sotto, poiché nessun posto/luogo/artista è inferiore o superiore all’altro.
E’ un messaggio forte, importante in un mondo, quello di oggi, in cui sembra che ogni individuo, ogni società, ogni paese, miri a dimostrare la propria supremazia sugli altri: che sia una supremazia culturale, economica, numerica non ha importanza, basta essere al di sopra di qualcosa o di qualcuno. West-East al contrario abbraccia tutto e tutti in istanti di creatività che idealmente, e sempre su un piano orizzontale, uniscono “luoghi e dimensioni diverse” grazie a gesti che, per quanto effimeri e minimali, diventano paradigma di unione, contatto, dialogo.
O è proprio la loro inconsistenza materiale, il loro essere al di sopra di ogni fisicità, la durata minima di ognuno di essi, a renderli così importanti? Interventi provvisori e precari, come lo scrivere “West” su un petalo, o riprendere un filo azzurro che corre da Savona a Belluno (ovest-est), o inaugurare una mostra nel preciso istante in cui l’altro (ad est) realizza un’installazione virtuale, si dimostrano capaci di creare una rete di interazione che, utopisticamente, può diventare universale. E non ci resta che augurarsi che lo diventi davvero.
Nicoletta Consentino